Comprendere la natura dell’asset, i driver, la segmentazione degli operatori e i cicli economici è essenziale per il successo nel trading. Questo insieme di conoscenze permette di prendere decisioni più informate, gestire meglio i rischi e prevedere con maggiore precisione i movimenti del mercato. Il trading non è solo una questione di analisi tecnica o di seguire i grafici: è fondamentale capire cosa c'è dietro i movimenti di prezzo. Questo approccio analitico è ciò che separa un trader amatoriale da uno professionista e può fare la differenza tra successo e fallimento nel lungo periodo.
Perché i driver di mercato sono Sono Fondamentali?
Senza una comprensione approfondita di cosa guida un asset, è facile prendere decisioni basate esclusivamente su analisi tecniche o su emozioni, che possono essere inefficaci in molti contesti di mercato. Conoscere i driver e la natura dell'asset fornisce un contesto che aiuta a evitare falsi segnali. Se comprendi quali sono i principali fattori che influenzano il prezzo di un asset, puoi prevedere meglio i periodi di alta volatilità e adottare una gestione del rischio più rigorosa. Ad esempio, sapendo che un annuncio della Banca Centrale Europea influenzerà pesantemente l'euro, potresti ridurre l'esposizione prima dell'evento. I mercati non sono statici, capire le dinamiche degli operatori e dei cicli economici permette di adattare la tua strategia alle mutevoli condizioni di mercato, invece di seguire ciecamente un approccio che potrebbe funzionare solo in un determinato contesto. Essere consapevoli delle dinamiche di mercato ti dà un vantaggio competitivo rispetto a molti trader retail che si limitano a seguire semplici strategie tecniche senza considerare il quadro generale. Questo può tradursi in una maggiore probabilità di successo a lungo termine.
Conoscere la natura dell'asset permette di scegliere gli strumenti giusti per le proprie strategie e di definire con precisione i livelli di rischio e rendimento attesi. Perché è così importante? Ogni asset finanziario (azioni, obbligazioni, valute, materie prime, criptovalute) ha delle caratteristiche proprie, come la volatilità, la liquidità e la reattività a certi eventi economici. Ad esempio, le materie prime come il petrolio possono essere molto più volatili rispetto alle obbligazioni statali. Alcuni asset si muovono più rapidamente di altri, e il tempo medio di detenzione può variare. Ad esempio, il Forex può richiedere decisioni di breve termine, mentre le azioni di società solide possono essere adatte per investimenti più a lungo termine. Capire come un asset tende a rispondere a notizie o eventi è cruciale per evitare sorprese. Ad esempio, le criptovalute possono essere particolarmente sensibili a notizie normative, mentre le azioni sono più influenzate dai bilanci aziendali e dalle prospettive di crescita.
Capire i driver di mercato aiuta a interpretare i movimenti di prezzo e a prevedere come l'asset potrebbe comportarsi in risposta a determinati eventi o cambiamenti di politica, sono gli elementi che influenzano i movimenti dei prezzi di un asset. Questi possono includere tassi di interesse, inflazione, politiche fiscali e monetarie, eventi geopolitici, dati macroeconomici (come il PIL o i dati sull'occupazione). Ad esempio, un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed potrebbe rafforzare il dollaro americano e influenzare il mercato Forex. Per le materie prime, ad esempio, i dati sulle scorte e la domanda industriale sono driver fondamentali. La comprensione di questi fattori può aiutare a prevedere le dinamiche di prezzo. Anche il sentiment degli investitori può essere un driver. Per esempio, l'ottimismo sugli sviluppi tecnologici può spingere in alto le azioni delle tech company, mentre la paura di una recessione può far calare il mercato azionario nel suo insieme.
La segmentazione degli operatori consente di comprendere le dinamiche di mercato più profonde e di identificare chi sono gli "attori" principali in un determinato contesto di mercato. I mercati sono composti da diversi tipi di partecipanti, come trader retail, hedge fund, istituzioni finanziarie, banche centrali e società. Ciascuno di questi operatori ha obiettivi diversi, risorse differenti e orizzonti temporali specifici. Gli operatori istituzionali, ad esempio, tendono ad avere accesso a informazioni e tecnologie di trading che i trader retail non hanno. Comprendere la loro influenza sui mercati (ad esempio, quando si aspettano volumi elevati per via di rebalancing dei fondi) può aiutare a individuare i momenti di maggiore volatilità. Sapere chi sta comprando o vendendo in un dato momento può fornire un’idea della direzione di un trend. Ad esempio, se le banche centrali stanno accumulando una determinata valuta, ciò potrebbe indicare una futura forza di quella valuta.
Comprendere i cicli economici permette di posizionarsi in modo ottimale nei mercati, scegliendo strategie di trading adeguate al contesto macroeconomico. I cicli economici (espansione, picco, recessione, e ripresa) influenzano in modo significativo i mercati finanziari. Ad esempio, durante una fase di espansione economica, le azioni tendono a performare meglio, mentre in una fase di recessione, gli investitori potrebbero rifugiarsi in asset più sicuri come le obbligazioni. Capire in quale fase del ciclo economico ci si trova può aiutare a scegliere i settori e gli asset che probabilmente avranno performance migliori. Ad esempio, durante una fase di inflazione crescente, le materie prime come l'oro o il petrolio potrebbero diventare investimenti più attraenti. Le banche centrali spesso modificano i tassi di interesse e attuano politiche monetarie in base alla fase del ciclo economico. Ad esempio, un ciclo di aumenti dei tassi può influenzare negativamente il mercato azionario e le obbligazioni a lungo termine.
Il Geopolitical Risk Index (GPR Index) è un indicatore che misura il livello di rischio geopolitico a livello globale. È stato sviluppato da Dario Caldara e Matteo Iacoviello, due economisti della Federal Reserve degli Stati Uniti, per quantificare l'impatto dei rischi geopolitici sull'economia mondiale. L'indice è particolarmente utile per analizzare come eventi geopolitici, come conflitti, attacchi terroristici, tensioni internazionali e crisi politiche, possano influenzare i mercati finanziari e l'economia globale. È uno strumento utile per misurare le incertezze geopolitiche e il loro impatto sui mercati e sull'economia. Fornisce un indicatore quantitativo che può essere utilizzato per prendere decisioni più informate in situazioni di alta incertezza politica. Per trader e investitori, monitorare l'andamento del GPR Index può essere un modo per anticipare movimenti di mercato legati a tensioni geopolitiche e prepararsi meglio a periodi di volatilità. Il GPR Index si basa su un'analisi testuale di articoli di giornali di fama internazionale (come The New York Times e The Financial Times) e di altre fonti di notizie, per identificare e conteggiare la frequenza con cui vengono menzionati termini e frasi legate a eventi geopolitici, come conflitti, tensioni diplomatiche, guerre, attentati terroristici, e altre forme di instabilità politica. Le menzioni di questi termini vengono utilizzate per costruire un punteggio che riflette il livello di rischio geopolitico. Vengono analizzati articoli di giornale che contengono termini chiave associati a eventi geopolitici, come "guerra", "conflitto militare", "tensione politica", "crisi internazionale". Viene conteggiata la frequenza con cui questi termini appaiono nei diversi articoli, il conteggio viene poi normalizzato rispetto al numero totale di articoli per generare un indice che varia nel tempo e l'indice viene aggiornato mensilmente, rendendolo utile per osservare l'evoluzione dei rischi geopolitici nel tempo. Un valore elevato dell'indice indica un aumento delle preoccupazioni per i rischi geopolitici. Ciò può accadere in periodi di guerre, tensioni internazionali acute, o eventi terroristici di grande rilevanza. Ad esempio, si possono osservare picchi del GPR Index durante la guerra del Golfo, l'11 settembre 2001, la guerra in Iraq nel 2003, le tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord, e più recentemente, durante il conflitto tra Russia e Ucraina. Un valore basso dell'indice indica un periodo di relativa calma e stabilità geopolitica, in cui non vi sono grandi eventi che mettono a rischio la stabilità politica globale. L'indice è quindi una sorta di termometro della "temperatura" geopolitica mondiale e viene utilizzato per valutare quanto le tensioni geopolitiche possano impattare le decisioni di investimento, i mercati finanziari e le prospettive economiche globali. Gli investitori utilizzano il GPR Index per capire se i rischi geopolitici stanno aumentando, e potrebbero quindi preferire strategie di investimento più difensive, come rifugiarsi in asset considerati sicuri (ad esempio, oro, obbligazioni sovrane di paesi stabili come i Treasury statunitensi). Un aumento dell'indice può suggerire un incremento della volatilità nei mercati azionari o valutari, poiché le incertezze geopolitiche tendono a generare reazioni emotive e movimenti più bruschi. Gli economisti usano il GPR Index per stimare come le tensioni geopolitiche possano influenzare le previsioni di crescita economica globale. In genere, un aumento significativo dei rischi geopolitici è associato a una contrazione delle attività economiche e a una riduzione degli investimenti. L'indice è costruito a partire da articoli di giornale, il che significa che dipende dalla copertura mediatica degli eventi. Se un evento geopolitico non fosse ampiamente coperto dai media internazionali, potrebbe non essere pienamente riflesso nell'indice. Poiché l'indice si basa sull'identificazione di parole chiave, la selezione di tali termini può introdurre un elemento di soggettività. Tuttavia, il metodo è stato affinato per essere il più rappresentativo possibile delle preoccupazioni geopolitiche reali.
Anche la pressione del mercato delle opzioni può essere un market driver molto potente, in grado di influenzare significativamente i movimenti dei prezzi degli asset sottostanti, come azioni, indici o valute. Questo fenomeno deriva dal modo in cui i market maker (quelli che forniscono liquidità comprando e vendendo opzioni) e altri partecipanti al mercato devono gestire il rischio derivante dalle loro posizioni in opzioni. I market maker devono continuamente aggiustare le loro posizioni in risposta alle dinamiche di prezzo e volatilità. Questo può creare forze di mercato che amplificano i movimenti dei prezzi del sottostante, soprattutto in prossimità di strike price importanti o durante scadenze rilevanti delle opzioni. Comprendere queste dinamiche è fondamentale per i trader e gli investitori, in quanto aiuta a prevedere i movimenti potenzialmente accentuati dei prezzi in determinate circostanze e ad adattare le proprie strategie di trading. Sapere come le posizioni di opzioni possono influenzare il mercato consente di evitare false rotture di prezzo o di anticipare possibili squeeze di mercato, rendendo questa conoscenza uno strumento prezioso per migliorare la gestione del rischio e il timing delle operazioni.
Ma come funziona questa dinamica e perché è così importante?
Le opzioni hanno una misura chiamata "delta", che indica quanto il prezzo di un'opzione varia rispetto al prezzo del sottostante. I market maker e altri trader che vendono opzioni devono proteggere le loro posizioni contro i movimenti del mercato per rimanere "neutrali". Per fare ciò, comprano o vendono il sottostante in proporzione al delta dell'opzione (questo processo è chiamato delta hedging). Il delta di un’opzione non è statico, cambia man mano che il prezzo del sottostante si muove, una misura chiamata "gamma". Se il prezzo del sottostante si avvicina a un livello dove ci sono molte opzioni in gioco (come strike price rilevanti), i market maker devono aggiustare continuamente la loro copertura, comprando o vendendo il sottostante per mantenere la neutralità. Questo continuo aggiustamento può amplificare i movimenti del mercato. Ad esempio, se ci sono molte opzioni call vendute a uno specifico strike price, e il prezzo del sottostante sale, i market maker dovranno comprare l'asset sottostante per mantenere la loro copertura. Questo acquisto può esercitare pressione al rialzo sul prezzo del sottostante. Al contrario, se ci sono molte opzioni put vendute e il prezzo dell'asset scende, i market maker dovranno vendere il sottostante per mantenere la loro posizione neutrale, aumentando la pressione ribassista. Le scadenze delle opzioni (ad esempio, scadenze mensili o settimanali) possono portare a movimenti di prezzo particolarmente pronunciati man mano che si avvicinano. Questo fenomeno è noto come "opzioni pinning" o "max pain", in cui il prezzo del sottostante tende a gravitare verso uno strike price dove si concentra il maggior volume di contratti di opzioni aperti. Questo accade perché i market maker, per bilanciare i loro libri contabili, effettuano operazioni sul sottostante, creando una forza che tende a mantenere il prezzo vicino a questi livelli fino alla scadenza. Ad esempio, se ci sono molte opzioni call e put con uno strike price di 100 su un'azione che sta scambiando intorno a quel livello, la pressione esercitata dai market maker può mantenere il prezzo vicino a 100 fino alla scadenza delle opzioni. La volatilità implicita delle opzioni (quanto i trader si aspettano che il prezzo di un asset possa muoversi) può anche avere un impatto sui movimenti del mercato. Quando la volatilità implicita aumenta, il prezzo delle opzioni cresce, e i market maker potrebbero avere bisogno di aggiustare le loro coperture per riflettere questi cambiamenti, influenzando così il prezzo del sottostante. La relazione tra volatilità implicita e movimenti del sottostante può essere particolarmente rilevante durante eventi di mercato importanti, come gli annunci sugli utili di un'azienda o i rapporti economici, in cui i trader utilizzano le opzioni per proteggersi o scommettere su movimenti di prezzo significativi. Le grandi istituzioni finanziarie spesso utilizzano le opzioni per proteggere le loro posizioni o per effettuare operazioni di copertura su larga scala. I flussi legati a queste operazioni possono muovere significativamente i mercati. Ad esempio, l’acquisto massiccio di opzioni call su un indice come l'S&P 500 può portare i market maker a comprare i titoli sottostanti per compensare l’esposizione, generando una pressione al rialzo sull'indice stesso. Inoltre, i "dealer positioning" (come i market maker sono posizionati rispetto ai contratti di opzioni in circolazione) possono influenzare il modo in cui il mercato reagisce a determinati eventi. Se i dealer sono esposti in una direzione e il mercato si muove in quella direzione, potrebbero dover coprire le loro posizioni in modo aggressivo, amplificando ulteriormente il movimento. In alcuni casi, quando un titolo subisce movimenti molto rapidi verso uno strike price con una grande quantità di opzioni aperte, può verificarsi un gamma squeeze. Questo fenomeno si verifica quando i market maker devono comprare sempre più sottostante man mano che il prezzo si avvicina a determinati strike price, causando un rapido aumento del prezzo. Un esempio noto di questo fenomeno è stato l'episodio delle azioni GameStop nel 2021, dove un gamma squeeze ha contribuito a spingere i prezzi dell’azione in modo esponenziale. I trader retail compravano molte opzioni call, costringendo i market maker a coprire la loro esposizione comprando l'azione sottostante, alimentando il rialzo.
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